Debutta sabato 23 febbraio, al Teatro Comunale di Bologna, “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti, in un nuovo allestimento dell´Ente Lirico bolognese in coproduzione col Teatro Comunale di Ferrara.
Dramma tragico in due parti e tre atti, su libretto di Salvatore Cammarano, “Lucia di Lammermoor” vede in questa edizione sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Comunale un direttore di grande e solida esperienza come Antonello Allemandi, attualmente uno dei direttori italiani più noti all´estero, dove è apprezzato interprete proprio delle maggiori opere del repertorio belcantistico.
La regia dell’allestimento è di Walter Le Moli, uomo di teatro con una vasta esperienza sia nella prosa che nel teatro d’opera, alla sua prima prova donizettiana. Le scene e i costumi sono di Santi Centineo, le luci di Franco Marri. Maestro del Coro è Paolo Vero.
Soprano dalla voce potente ed espressiva, Désirée Rancatore, che interpreta la protagonista, ha lavorato con i maggiori direttori d’orchestra del mondo, tra i quali Riccardo Muti, con cui ha inaugurato la riapertura del Teatro alla Scala nella stagione 2004-2005 ne "L’Europa riconosciuta" di Salieri. Ha già interpretato Lucia nella stagione 2006-2007, durante la stagione del Teatro Donizetti a Bergamo. Accanto a lei, nella parte di Edgardo, il giovane tenore Francesco Meli, interprete già apprezzato dal pubblico bolognese, che lo ha recentemente visto sul palcoscenico del Teatro Comunale ne "L’elisir d’amore" di Donizetti e ne "La sonnambula" di Bellini. Giorgio Caoduro vestirà invece i panni di Lord Enrico. Vincitore nel 2000 del prestigioso International Singing Competition dell’Associazione Lirica Concertistica di Milano, Caoduro, che debutta in questo ruolo, ha al suo attivo un repertorio che spazia da Mozart a Donizetti, da Verdi a Puccini.
Il regista Walter Le Moli considera “Lucia” un dramma della contrapposizione tra l’individuo e il sistema. “Enrico e Lucia – spiega Le Moli – “sono entrambi mossi da una follia opposta l’una all’altra. Per questo il loro destino è distruggersi a vicenda. Il conflitto familiare è una metafora che può essere amplificata fino a rimandarci al rapporto tra l’individuo e lo stato. Enrico è lo Stato, Lucia l’individuo. La situazione tra loro è un conflitto che non conosce possibilità di dialogo e perciò può terminare solo con la morte. E’ interessante che Donizetti li tagli così, senza sfumature, senza spiegazioni: in questo senso è estremamente moderno”. In questa lettura, anche la scena della follia di Lucia acquista un significato più ampio, portando alle estreme conseguenze il rapporto tra il soggetto e il mondo esterno. “Credo – conclude Le Moli – si possa leggere la sua pazzia come un invito alla società a riflettere sulle reazioni alle quali può spingersi un individuo se costretto. Se si esce perciò dalla prospettiva del conflitto familiare e si amplifica l’orizzonte alla società intera, questa situazione appare assai più grave, più drammatica e più vicina alle nostre paure e ai nostri incubi”.
Capolavoro indiscusso di Gaetano Donizetti, “Lucia di Lammermoor” debuttò al Teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835. Opera emblematica del romanticismo musicale italiano, conteneva gli ingredienti perfetti per diventare l’opera più popolare ed eseguita del grande compositore di Bergamo: “brevità, foco, dolcezza, anima, Romanticismo, verità, veemenza di situazioni, versi musicabili fluidi”. Attingendo al grande affresco gotico dello scrittore scozzese Walter Scott “The Bride of Lammermoor”, una sorta di summa di tutti gli ingredienti tipici della letteratura romantica – dalle atmosfere torbide alle presenze soprannaturali, dai castelli in rovina ai chiari di luna – Donizetti, ad appena tre anni dallo strepitoso successo dell’ “Elisir d’amore”, compose un’opera seria dai forti contrasti drammatici, giungendo ad una forte caratterizzazione psicologica dei personaggi attraverso pagine musicali di grande lirismo, alternandole con passaggi melodici che anticipano, per molti aspetti, lo stile verdiano più maturo. La cifra espressiva di Donizetti trova in “Lucia di Lammermoor” il suo esito più maturo e felice, grazie anche ad uno stile in cui il canto alterna i recitativi ad improvvisi episodi melodici.
A Bologna l´opera rimarrà in scena fino al 5 marzo, mentre al Comunale di Ferrara le recite sono programmate per il 4 e il 6 aprile.
Teatro